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La Comunicazione Empatica … cos’è?

Impariamo il significato e come funziona questo particolare tipo di Comunicazione

Significato della parola “Comunicazione Empatica”

Con il termine “Comunicazione Empatica” si fa riferimento ad una particolare tipologia di Comunicazione, fondata sull’Empatia, parola che deriva dal greco “En” (dentro) e “Pathos” (sentimento profondo) e che sta a significare “essere in un sentimento profondo” o “sentire dentro” come se si vestissero i panni del nostro interlocutore.

La Comunicazione Empatica attiene pertanto alla particolare capacità di vedere le cose attraverso l’altro, cercando di comprendere quelli che sono i suoi Pensieri e le sue Emozioni che lo stanno attraversando.

L’ideatore della Comunicazione Empatica

La Comunicazione Empatica (chiamata anche “Comunicazione Collaborativa” o “Non Violenta” o perfino con il sinonimo di “Linguaggio Giraffa”) è stata ideata nel 1960 dallo psicologo statunitense Marshall Rosenberg.

Questi amava affermare infatti che “ogni conflitto è l’espressione tragica di un bisogno non soddisfatto” e pertanto si era sforzato nel corso della propria vita a costruire un “modello”, che fosse atto ad evitare le incomprensioni che derivavano da un comunicare approssimativo, riuscendo a creare, grazie all’uso di opportune costruzioni verbali, contesti «Win-Win», cioè situazioni che creassero un clima di reciproca soddisfazione, senza scontentare nessuno.

Marshall Rosenberg aveva ribattezzato la Comunicazione Empatica con il nome di “Linguaggio Giraffa” per fare riferimento al mammifero terrestre dotato del cuore più grande (empatia) e del collo più lungo (visione a distanza) e che si contrappone al Linguaggio “Sciacallo”, teso invece a criticare, polemizzare o a creare conflitto con gli altri. 

Lo Schema del Modello della Comunicazione Empatica

Lo Schema in cui si articola la Comunicazione Empatica si basa su 4 Elementi:

  1. Osservazioni: le cose che osservo, vedo, sento, immagino (con oggettività e senza giudizio)
  2. Sentimenti: come mi sento in relazione a tali cose (ovvero quali sono i miei sentimenti e il mio stato d’animo)
  3. Bisogni: cosa ho bisogno di presentare all’altro come mia necessità (comunicandola con estrema chiarezza)
  4. Richieste: le azioni concrete che vorrei fossero intraprese dall’altro per soddisfare le mie richieste.

A titolo di esempio, una frase costruita secondo lo schema della Comunicazione Empatica può essere la seguente: “Quando vedo che vieni in ritardo ai nostri incontri, mi sento infastidito perché ho bisogno che tu sia puntuale affinché possa svolgere bene il mio lavoro, e pertanto vorrei che la prossima volta tu arrivassi in orario”.

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